Coppelia
Con questo articolo vorrei iniziare una rubrica dedicata ai balletti: un po’ per riempire “di danza” questo tempo infinito di assenza dalle scene e dalle palestre, un po’ perchè il nostro nuovo progetto di scarpe da punta decorate ci accompagna in un viaggio nel repertorio. Ed ecco iniziamo con… Coppelia!
Un balletto che affascina, diverte, fa riflettere… una sorta di fiaba che ci trascina in intrighi amorosi e inganni benevoli creando la finzione nella finzione: un gioco teatrale delizioso, diventato un classico amato da grandi e da bambini.
Informazioni generali
coreografia: Arthur Saint-Leon
ispirato al racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann (1815)
musica: Leo Delibes
La prima rappresentazione di quest’opera avvenne nel 1870 a Parigi, ed ebbe subito un enorme successo: dopo quasi un secolo di storia del balletto il pubblico cercava qualcosa di diverso rispetto ai canoni romantici di ballerine/fate con bianchi tutù vaporosi: ed ecco che Coppelia, con il suo umorismo e la sua modernità conquista subito il pubblico.
La prima interprete fu l’italiana Giuseppina Bozzacchi, che morì poco dopo di vaiolo.
La storia
ATTO I
La storia è ambientata in un piccolo villaggio e ha come protagonisti il dott. Coppelius, inventore e forse mago, e la giovane Swanilda, sua vicina di casa. Al balcone del dott. Coppelius è seduta una figura femminile (forse sua figlia?) che attira l’attenzione del fidanzato di Swanilda, Franz. Il giovane cerca di intercettare l’interesse della ragazza misteriosa e le invia baci e gesti galanti… Swanilda, che di nascosto assiste alla scena, invece di struggersi e abbandonarsi al dolore come un’eroina romantica se la prende con l’amato e in seguito cerca di affrontare l’avversaria.
Il villaggio si appresta a preparare una festa e Swanilda incontra le amiche con cui danza e condivide i suoi dubbi sull’amore di Franz.
La sera Coppelius esce di casa perdendo la chiave: Swanilda la trova e, con le amiche, entra di soppiatto per conoscere la rivale. Lo stesso fa Franz, con una scala, per incontrare la bellissima fanciulla del balcone.
ATTO II
La casa di Coppelius è un grande laboratorio pieno di automi… e ben presto Swanilda scopre che la temuta fanciulla non è altro che una bambola meccanica. Le amiche attivano tutte le bambole e si divertono a farle danzare, ma presto rientra Coppelius che le caccia… Swanilda non riesce a fuggire e per nascondersi prende il posto di Coppelia, la bambola meccanica.
Nel frattempo Franz dichiara il suo amore per Coppelia al padre, che lo narcotizza con del vino. Franz cade addormentato e Coppelius spera con un incantesimo di donare la vita alla sua Coppelia rubandola al giovane. Swanilda, nei panni della bambola, esegue delle danze e infine sveglia Franz e lo avverte dell’inganno.
I due fuggono e il giorno seguente si sposano durante i festeggiamenti in onore del duca, che dona loro una borsa d’oro.
Note e curiosità
Un’altra versione molto apprezzata ed entrata nel repertorio è quella di Roland Petit del 1975, in cui la storia è ambientata nella Belle Epoque e vede un Coppelius affascinante e misterioso (non più goffo e spregevole) innamorato di Swanilda al punto da creare un suo doppio attraverso la bambola Coppelia.
Balanchine la definì “la grande commedia del balletto”, mentre Giselle ne rappresentava “la grande tragedia”.
Il 1870 è una data importante, che vede il grande successo di un balletto, Coppelia appunto, che fu l’ultimo a dettare il predominio francese in fatto di danza: a seguito della guerra franco-prussiana, la nascita della Germania e la sconfitta di Parigi, che determinarono un arresto delle rappresentazioni teatrali, il fulcro culturale ballettistico si spostò in Russia, a San Pietroburgo e Mosca. E ciò che ne nacque è ben noto…
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Le storie dei balletti sono estremamente affascinanti, e per quanto opera di fantasia si intrecciano intensamente alla cultura e alla storia del periodo in cui nascono. Eppure il loro messaggio è sempre attuale, sanno incantarci e appassionarci anche se figli di un secolo remoto.
Ballare il repertorio è raccontare una storia, ma è anche raccontare LA storia.
Se stai leggendo ti ringrazio per aver coltivato l’interesse per questo magico mondo.
Jessica